Prima media. Ricordo che quello fu il primo anno delle scuole medie parificate. Sino all'anno precedente la mia iscrizione, si poteva scegliere l'avviamento professionale oppure le medie appunto, per poi affrontare gli studi liceali. Destini diversi, opposti. Il mio compagno di banco ho saputo dopo anni che era finito nella DIGOS. Attualmente pensionato. Mai più incontrato. Io a mio modo invece "rivoluzionario".
Ciao grande Paul. lascio un piccolo tributo di un tuo film che mi piacque tantissimo. NICK MANOFREDDA. Condannato ai lavori forzati, ribelle deviante è rinchiuso in un carcere famigerato per la sua durezza. Evade per due volte, diventando famoso. Al terzo tentativo ci lascia la ghirba. È un film del '68 anche come inno alla libertà e omaggio alla ribellione. Newman in gran forma, G. Kennedy premiato con Oscar. Regia efficace, qua e là effettistica. Da un romanzo di Donn Pearce.
La mia maestra unica quando ho frequentato i primi anni delle elementari a Roma. Era un cesso, soprattutto cattiva ( al lato destro della foto) . Certe bacchettate immeritate sulle manine. Se sapesse quella manina che mi bacchettava , quanti disegni ha realizzato nella sua (mia ) vita.
Dillinger è morto è un film del 1969 diretto da Marco Ferreri, presentato in concorso al 22° Festival di Cannes. L'incipit mette i brividi: un uomo con una maschera a gas e la perfetta rappresentazione dell'uomo moderno, costretto a respirare l'irrespirabile. Michael Piccoli si dirige verso casa, attraversando strade anonime, tutte simili. Arrivato a destinazione comincia a girovagare senza meta, circondato da oggetti iperrealistici. Si prepara una succulenta cena, con un rito tipico della classe media, mentra la televisione trasmette un programma idiota. Proietta i filmini delle vacanze e in quel momento raggiunge la completa reificazione con essi (e con tutti i beni inutili che circondano la società consumistica). Prova a fornicare con la collaboratrice domestica, ma dopo un gioco erotico in cui non trova appagamento rinuncia. Davanti allo specchio con una pistola mima il proprio suicidio, logica conseguenza di una vita-non vita, una vita che è già morte. Ma ha l'ultimo istinto animale di sopravvivenza: uccide la moglie, illudendosi di distruggere quel mondo vuoto di senso, fugge via e viene preso a bordo di un battello; ma questo naviga verso un sole finto: non c'è possibilità di fuga. È un film sull'umanità autodistrutta, sull'uomo alienato nei sui inutili feticci, sull'impossibilità della fuga da una società priva di senso.
Qual è il fine dell’esporre il cadavere di Padre Pio? Non so se la riesumazione dei resti mortali del Frate sia eticamente corretta, ma dal mio canto preferisco dissociarmi. A cosa può servire se non a soddisfare una curiosità insana del gusto dei guardoni! Ogni giorno si inscena una pochade tragicomica verso la Chiesa di San Giovanni Rotondo, solo per vedere uno scheletro ed un paio di guanti, o meglio, un manichino, una statua di cera ben fatta. Un’opera realizzata in silicone, paragonabile alle grandi sculture di alcuni artisti contemporanei, chissà quanto è costata! Ma la chiesa può!... e i poveri possono anche aspettare. Il Santo, come si ricorderà, è stato riesumato in Inghilterra: maestra nelle statue di cera (vedi il museo delle cere per eccellenza Madame Tussauds). Dal mio punto di vista è un posticcio con un saio, il quale definirei offensivo verso il Santo.
Gongolano gli albergatori che hanno il tutto esaurito fino alla fine dell’anno, gioiscono i venditori di ricordini che affollano la piazza innanzi al tempio e si arricchisce la chiesa, pensando già al prossimo santo da imbalsamare.
Nel senso che maestri (di sesso maschile intendo) in giro se ne trovano ancora? Quello nella foto è stato il mio. Francesco Settembrini. Un grande maestro. Di lui ho tuttora un gran bel ricordo. Quando lo incontravo, ormai diventato un uomo fatto continuavo a dargli del lei, e lo chiamavo signor maestro. Cosa volete, anche se sono a favore dei moduli nelle scuole elementari, questa storia mi ha fatto fare un tuffo nel passato. Il mio maestro aveva un modo di insegnare che assomigliava tanto al maestro Manzi, quello di "Non è mai troppo tardi", lo ricordate?. Disegnava benissimo con i gessetti bianchi sulla lavagna. Forse devo a lui l'amore per il disegno. Ciao, Unico Maestro.
"LA SATIRA E' IL VENTO DELLA LIBERTA'": silvio berlusconi. Ansa, 23 marzo 2001, ore 10,11
SATIRA POLITICA non è una testata giornalistica ma applica l'art.21 della Costituzione Italiana.Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
I MIEI LIBRI EDITI DA DEDALO: La prima raccolta delle mie vignette.
prefazione di: Giuseppe Giacovazzo ( direttore de " la Gazzetta del Mezzogiorno" di Bari), presentazione di Pietro Marino ( vicedirettore de "la Gazzetta del Mezzogiorno" ) (1983). L'impertinenza è una parola che sa di Pertini. Pillinini ne ha fatto il titolo di questo volume. Sa di essere amato dal Presidente e si diverte a divertirlo. E' l'unico personaggio di fronte al quale gli cala dalle mani la sferza dell'ironia. Anzi lo ama perché rompe. Gli schemi naturalmente. Gli schemi della politica prefabbricata... ( Giuseppe Giacovazzo)...
PRIMA RACCOLTA SULL'ERA BERLUSCONI
interventi di: Giuseppe De Tomaso, Lino Patruno, Massimo Bucchi e Pino Aprile (2003)
LA REPUBBLICA DELLE BANANE
Interventi di Oscar Iarussi, Michele Mirabella, e Vauro (2004 ).
LA SAGA BERLUSCONI CONTINUA
Prefazione di Marco Travaglio...Mai compiacente, mai piacione, mai complice, mai ammiccante, men che meno bonario, Pillinini è l’esatto contrario di certi suoi colleghi (sempre più numerosi, purtroppo) che in tv e sui giornali dicono di fare satira e poi si compiacciono perché le loro vittime li ringraziano. Ecco, per chi fa satira i ringraziamenti della vittima sono come la menopausa, anzi come la pace dei sensi. La morte civile. Ci vorrebbe una legge Bacchelli, per questi vignettisti in disarmo che non fanno più ridere e ricevono commesse dal governo...
GIULIVO MA PER POCO
Prefazione di Gianrico Carofiglio Post-post fazione di Giorgio Cavallo
con Pertini
Nel 1985 fui invitato al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Sotto il braccio tiene il mio libro "IMPERTINENZE".
NICO E NICHI
NICO E MARCO TRAVAGLIO
2009
NICO E SANTORO
2002 Festa Nazionale de "L'Unità".
STAINO E NICO
CINECITTA' 2007
NICO E LA IENA SORTINO
RADIO CAPITAL ROMA (2003)
NICO E GOFFREDO FOFI
ROMA (2003)
NICO con EDWIGE
ROBA DA NOVELLA 2000
ALBERTONE E NICO
1994
NICO E BRUNO BOZZETTO.
nel 2008
ROBERTO E NICO
nel 1982
NICO E MONICELLI
(2008)
BEPPE E NICO
nel 2003
VAURO E NICO
nel 2002
NICO E MASSIMO
nel 2002
GIANNI, MIO AMICO DA SEMPRE, NON C'E' PIU'. GRANDE GRAFICO, CLICCATE SULLA FOTO E STUPIRETE!