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venerdì 31 ottobre 2008

CAI, CAIIIIIIIIIIIIII!

ODO GELLI FAR FESTA!


LE REAZIONI:
Tra le prime reazioni alle dichiarazioni di Licio Gelli c’è quella di Sergio Flamigni, dal 1968 al'87 parlamentare del Pci, studioso del terrorismo e degli anni di piombo, che ha fatto parte della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla loggia massonica segreta messa fuorilegge nel 1982: Gelli «ha ragione di essere soddisfatto» dall'esecutivo Berlusconi perché «il Piano di rinascita della loggia P2 è diventato il programma dell'attuale governo». «Non mi meraviglia affatto - prosegue l'ex parlamentare - quando esalta Berlusconi come uomo forte del momento e ci mette a fianco Dell'Utri come mente culturale: è la P2 che continua, mi sembra molto semplice. C'è piena coerenza tra il Gelli che abbiamo conosciuto nel passato e quello che può essere ora. Fondamentalmente – prosegue Flamigni – c’è un pericolo per la democrazia, proprio per il grande potere che si è realizzato, quello sui mezzi di informazione. Quando dico che oggi ha ragione di essere soddisfatto Gelli, mi riferisco soprattutto a quello. Non a caso Berlusconi era prescelto nel campo dell'informazione. Nel periodo di grande forza del sistema piduista, la loggia controllava il Corriere della sera, un sistema di giornali ed era il periodo in cui partiva la tv privata: la scelta di Berlusconi – conclude – era quella dell'uomo del futuro in quel campo».

Parla di «ribrezzo» Sonia Alfano, presidente dell'associazione nazionale familiari vittime di mafia: «Il solo nome di quell'uomo suscita in noi tutto il ribrezzo e lo sdegno possibile. Che un golpista – prosegue - che dovrebbe passare il resto dei suoi giorni chiuso in carcere lontano dal suolo italiano, abbia uno spazio in tv è qualcosa di inedito nel panorama mondiale. si lascerà che un uomo, primo artefice delle pagine più nere ed indegne della storia d'Italia, porti il messaggio e le perverse dottrine della massoneria deviata in televisione».

Si augura che ìl programma non vada in onda anche Articolo21: «Noi non invocheremo mai censure – dice il portavoce Giulietti –ma ci sembra una scelta non proprio felice e nel momento meno adatto. Ci rendiamo conto – prosegue – che molti esponenti di quella Loggia occupano i posti più rilevanti di questo paese a partire dal presidente del Consiglio di cui è ben nota la sua passata affiliazione alla P2. Ma questo sarebbe un affronto gravissimo, soprattutto alle tante persone che si sono battute e si battono tuttora per la legalità e la trasparenza».

Licio Gelli è «uno che ha ancora grandi capacità di condizionare e di ricattare la politica e i suoi ex associati (alla loggia Pd2, ndr)». Così Libero Mancuso commenta le dichiarazioni a tutto campo dell'ex Venerabile della loggia P2, conduttore in pectore di un programma su una emittente tv. Mancuso, già presidente della Corte d'Assise di Bologna e presidente della Sezione del Riesame, si è occupato nella sua lunga carriera di magistrato, di eversione, terrorismo e criminalità organizzata. In particolare si è occupato della strage di Bologna del 2 agosto 1980 e quella dell'Italicus del 1974, ed ha indagato su Licio Gelli, Pazienza e i vertici del Sismi.

Mancuso non ha dubbi: Gelli «si inserisce in un momento particolarmente delicato della vita del Paese» pe rriproporre «la sua vecchia mercanzia logora ed eversiva».

«Tornano i fantasmi del passato ed è inquietante che vada in onda l'autocelebrazione di Licio Gelli e un nuovo tentativo di inquinare la vita pubblica». Lo afferma Rosi Bindi, Pd, vice presidente della Camera. «Non abbiamo mai avuto dubbi - aggiunge - su chi era davvero Berlusconi e sulla sua iscrizione alla P2. Di questo dobbiamo essere tutti grati a Tina Anselmi che ha avuto il coraggio di scoperchiare la trama pidduista. Dopo i suggerimenti di Cossiga su come condizionare il movimento degli studenti e le dichiarazioni di Gelli dobbiamo essere ancora più avvertiti e vigilanti sui rischi che corre la nostra democrazia».

«Trovo sconcertante che un personaggio come Licio Gelli diventi una sorta di star televisiva e che una rete privata presenti in pompa magna un tal avvenimento. Non si tratta di volontà di censura ma di difesa della legalità e della democrazia italiana», dice Anna Finocchiaro. La presidente del gruppo Pd al Senato aggiunge: «Detto questo, trovo altrettanto sconcertante che dal Popolo delle Libertà non giunga una parola a commento delle dichiarazioni di Gelli che, tra le tante cose gravi dette, indica nell'attuale capo del governo l'unico erede del 'Piano di rinascita democraticà. È gravissimo che un personaggio come Gelli possa nuovamente parlare in pubblico di questioni così importanti per la vita del nostro Paese.

Ma è altrettanto grave - sottolinea - che dal Popolo delle Libertà non giunga un commento o una voce a prender le distanze». «Ma possibile che Berlusconi non senta nessun imbarazzo? Viene quasi il sospetto che questo silenzio sia una sorta di assenso alle farneticanti teorizzazioni del capo della P2. Mi auguro che arrivi al più presto una presa di distanza da parte del Cavaliere e dei suoi portavoce. L'Italia - conclude
Finocchiaro - ha bisogno di trasparenza, legalitàe rispetto della democrazia e non certo di nuovi veleni».

Infine, il capogruppo dell'Italia dei Valori alla Camera, Massimo Donadi, attacca il governo dopo le affermazioni dell'ex venerabile Licio Gelli. «Si vuole sdoganare persino l’eversione, è una vergogna nazionale - dice Donadi -. Non c’è da stupirsi per le parole di Licio Gelli sulla possibilità che Berlusconi porti avanti il suo piano di rinascita democratica. È dall’inizio della legislatura che sosteniamo questa tesi. Il programma di governo di Berlusconi ed il piano di Gelli sono la stessa cosa. Berlusconi e la sua maggioranza - conclude il capogruppo Idv - si esprimano con chiarezza su questa vicenda gravissima, che è un vero schiaffo alla nostra storia ed alle nostre istituzioni. Sinora il loro silenzio è sconcertante di fronte al riemergere di un passato antidemocratico».


Pubblicato il: 31.10.08
Modificato il: 31.10.08 alle ore 18.45 "lUnità"

IRREALITY.


Forse hanno ragione quelli che dicono che è tutta un'illusione, che in fondo si tratta solo di bit e byte, di puntini luminosi su uno schermo. Che la realtà virtuale ci allontana dalla realtà... reale. Che siamo drogati di internet. Mah!

SABINA

COPERTINA PER PALOMAR.



http://www.edizioni-palomar.it/main.asp?Action=I&IDCatagoria=1
Una mia vignetta per illustrare la copertina del libro scritto da Mino Lorusso, per la prestigiosa casa editrice PALOMAR.

AGGRESSIONE FASCISTA A ROMA CONTRO GLI STUDENTI.

HALLOWEEN :((

mercoledì 29 ottobre 2008

martedì 28 ottobre 2008

ELEZIONI USA: CHI SCEGLIERANNO?


Sono stati arrestati dagli agenti dell'ufficio dello sceriffo nella contea di Crockett e da quelli dell'Atf con l'accusa di possesso illegale di armi modificate (fucili a canne mozze). Il piano dei due era uccidere Obama sparandogli o decapitandolo nel corso di un comizio in una scuola nei pressi di Memphis, frequentata soprattutto da ragazzi afroamericani. Inoltre, Cowart e Schlesselman volevano assassinare 102 studenti (sparando a 88 di loro e decapitando gli altri 14) per rievocare il massacro alla scuola di Columbine. L'arresto dei due neonazisti è avvenuto il 22 ottobre, ma era stato tenuto riservato.

Cowart e Schlesselman saranno incriminati ufficialmente il 30 ottobre con un'udienza al tribunale di Memphis, città dove 40 anni fa fu assassinato il leader del movimento dei diritti civili dei neri, Martin Luther King. I due saranno accusati di aver complottato per uccidere il candidato alla presidenza degli Usa, Barack Obama, e altri giovani afroamericani. Per il procuratore distrettuale del Tennessee (dove si trova Memphis), Lawrence Laurenzi, le incriminazioni «sono molto serie e come tali saranno trattate».

I neonazisti, comunque, sapevano che la loro «impresa» era praticamente impossibile. La loro intenzione era svaligiare un'armeria e poi tentare di compiere il massacro. Loro stessi «pensavano di non riuscirci, ma contavano sul fatto di essere uccisi mentre ci provavano», ha detto Jim Cavanaugh, un agente speciale dell'Aft. «Erano però pronti a morire nel tentativo», ha aggiunto un portavoce del dipartimento di Giustizia.

La stampa degli Stati Uniti ha deciso oggi di ignorare la notizia: nessun articolo in proposito su Washington Post e New York Times, che pure hanno reso pubblico il loro endorsement al senatore dell'Illinois, così come sul Chicago Tribune e sul Washington Times. Profilo basso, invece, per Usa Today e Los Angeles Times, che pubblicano la notizia nella sezione dedicata alla campagna elettorale.

Il Los Angeles Times riferisce la notizia in un articolo, pubblicato nella sezione dedicata alla campagna elettorale, senza un contributo di analisi. "Due uomini arrestati per un presunto complotto per assassinare Barack Obama", è il titolo descrittivo scelto dal quotidiano. Profilo basso anche per Usa Today, che riferiscono del complotto segnalando nel titolo le reali intenzioni dei due naziskin arrestati: il "massacro" di 102 "neri" oltre Obama. "Due uomini accusati di pianificare un massacro, con Obama nell'obiettivo".

TIREREMO DRITTO. GELMUSSOLINI




NATURALMENTE COMPRERO' IL LIBRO ALLA FACCIA DI FELTRI.

TARANTO LA CITTA' PIU' INQUINATA DA EMISSIONI INDUSTRIALI.




E' Taranto la città più inquinata d'Italia. Lo evidenzia una mappa dell'Italia inquinata dalle ciminiere, elaborata da PeaceLink. L'associazione ha scelto un "paniere" di agenti inquinanti, considerati cancerogeni, mutageni, teratogeni e neurotossici, tra le emissioni del registro INES (Inventario Nazionale Emissioni e loro Sorgenti). Diossine, mercurio, benzene, IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici), piombo, arsenico e altre sostanze pericolose, che spesso sfuggono alle misurazioni delle centraline urbane di monitoraggio.

Dalle informazioni sulle emissioni in aria e in acqua di questi inquinanti provenienti dai principali settori produttivi e da grossi stabilimenti presenti sul territorio italiano, PeaceLink ha elaborato un macro-indicatore statistico. Tale indicatore, studiato appositamente per rendere omogenee le grandezze da sommare (modificazione da valori assoluti a lavori relativi), ha consentito di elaborare una graduatoria.


Con il suo macro-indicatore statistico, Taranto ha raggiunto ben 528 punti, sommando il 92% di emissioni di diossine e furani in aria, il 57,2% del mercurio in aria, il 34,3% del mercurio in acqua, il 95,8% di IPA in aria, ecc. ecc. Le città che seguono prendono un grande distacco da Taranto. Al secondo posto troviamo Livorno con 101 punti, in buona parte frutto delle emissioni in acqua di arsenico (2930 chili all'anno) e piombo (5945 chili all'anno). Al terzo c'è Nuoro nella cui provincia c'è Ottana (con la sua industria petrolchimica e la produzione di fibre tessili sintetiche) e il comune di Siniscola con il suo cementificio. Al quarto posto di posiziona Venezia, già nota per gli storici processi per inquinamento promossi dal giudice Felice Casson. Al quinto posto troviamo Caltanissetta per via delle emissioni della zona industriale Gela. Trieste, al sesto posto, si distingue per il mercurio in acqua (489 chili all'anno) e, sempre in acqua, per il piombo scaricato: ben 1168 chili annui.

Che fare per migliorare la situazione? Una proposta di intervento è quella di intervenire nelle AIA, le autorizzazioni integrate ambientali in discussione al Ministero dell'Ambiente e presso le Regioni.

sabato 25 ottobre 2008

UN GRANDE 25 OTTOBRE


Circo Massimo, la meglio Italia
Veltroni: noi siamo il futuro
A Roma 2 milioni e mezzo in piazza

Una piazza mai vista, identitaria, serena, positiva. Due milioni e mezzo di riformisti riempiono il Circo Massimo ed è la prima volta non solo per il Pd: una sfida mai tentata prima da un partito. Walter Veltroni parla da dentro la piazza, a un metro dalla folla. Contro la cultura della paura e dell'apparenza. «L'Italia è migliore della destra che la governa», dice e chiude, prima dell'inno di Mameli: «Per il nostro futuro, i nostri figli, un'altra Italia è possibile e la faremo insieme». D'Alema: «Qui si ristabilisce la realtà delle cose».
http://www.unita.it/
http://it.wikipedia.org/wiki/Marcia_su_Roma

L'UNITA' CI STA SUL CULO :))

TORNA L'ORA SOLARE

L'ORA LEGALE.


Nel marzo 1983 venne pubblicata sulla Gazzetta del Mezzogiorno la vignetta che ho ripescato dal mio archivio e ripubblicata nella mia raccolta BURLESCONI diciamo che MANI PULITE era ancora lontana a venire.

giovedì 23 ottobre 2008

TI HO SEMPRE AMATO!

ALTRO CHE MACHO!!!


La moglie gelosa del 27enne Stefan Petzner
«Haider, l'uomo della mia vita»
Voci sempre più consistenti di una relazione gay dell'ex governatore della Carinzia

Dovrebbe parlare come un politico consumato, invece non riesce a tacere. Stefan Petzner, 27 anni, quello che subito dopo la morte di Haider s'è presentato ai microfoni (scoppiando a piangere e ripetendo «devo andare da lui»), quello che ha ammesso che Haider era ubriaco mentre si schiantava a 142 all'ora a sud di Klagenfurt, mercoledì ha parlato di nuovo - sconcertando molti - alla radio nazionale O3.

RELAZIONE - «Avevamo una relazione - ha detto - che andava oltre l'amicizia. Jörg e io eravamo legati da qualcosa di davvero speciale. Era l'uomo della mia vita». E ancora, a questa amicizia così speciale, sostiene Petzner, la moglie Claudia non si sarebbe opposta. «Lei lo amava come una donna. Lui la amava come un uomo. Io lo amavo in un modo completamente differente e personale, e lei comprendeva tutto ciò».

ULTIMA TAPPA: UN LOCALE GAY - Cos'è questa postuma dichiarazione d'amicizia virile? Un coming out tardivo e non richiesto, e per giunta unilaterale, che non fa che ingigantire le speculazioni e il gossip sulle tendenze sessuali di Haider? Di certo, le voci ormai sono diventate inarrestabili, da quando s'è scoperto che la sua ultima tappa Haider l'ha fatta in un locale gay, lo Stadtkrämer (uno dei 3 o 4 locali dichiaratamente per omosessuali di Klagenfurt), pieno centro della città, a 200 metri dall'ufficio dove di giorno faceva il governatore. Una visita certificata non dai tabloid, ma dal procuratore di Klagenfurt, iscritta nei verbali della polizia.

RIFLESSI IN ITALIA - «Ecchissenefrega», scrive al manifesto Aurelio Mancuso, presidente dell'Arcigay, «nessuno scandalo per favore! Lasciamo perdere quello sguardo ebete della sorpresa ipocrita». E Galan e Calderoli, e tanti altri che pubblicamente sono intervenuti sulla morte di Haider: media sciacalli, lasciatelo in pace.

INCONSOLABILE - Chi invece non si dà pace, è Petzner e la sua famiglia. Parla anche la sorella, che alla rivista tedesca Madonna dice: «Stefan trascorreva tre quarti del suo tempo con Jörg. Anche nei fine settimana e durante le ferie. Talvolta Claudia era gelosa di lui, perché Stefan passava più tempo col suo uomo di quanto facesse lei». Inconsolabile, Petzner: lo si era visto alle cerimonie funebri in chiesa, sprofondato sulla panca, la testa bionda stretta tra le mani, a pochi metri dalla (triste e più composta) famiglia Haider. Così legato al capo, lui che il giorno dopo la morte ne reclamò il testimone (promettendo: «Queste sono scarpe grandi, ma saprò andare, non cadrò»), così imprevedibile nelle sue reazioni, che il partito gli ha cancellato tutte le future apparizioni pubbliche. Tranne l'intervista radiofonica. Eppure, se i media austriaci sono ancora - come sono sempre stati - molto restii a parlare della vita privata di Haider, non così paiono i giornali tedeschi. Non che, a Vienna, della presunta omosessualità di Haider non si fosse mai dibattuto: dieci anni fa, la più grande associazione gay della capitale sostenne di avere le prove dell'omosessualità di Haider. Né Haider stesso si preoccupava di smentire gli articoli di giornali (stranieri) che lo scrivevano. Però questa è la prima volta che in Germania ci si chiede apertamente se Haider conducesse una doppia vita. Lo fa la nazionalpopolare e vendutissima Bild, lo fa l'autorevole, conservatrice Welt, parlando della sua presunta bisessualità. E lo fa, da posizioni di sinistra radicale, la Tageszeitung: certo, dice, in Austria questo è sempre stato un argomento tabù, ma difficilmente potrà restare tale, se «Petzner continuerà a comportarsi da vedovo».

CORE NAPOLITANO

MA DOVE SONO FINITI I COMUNISTI?

STRONZI

mercoledì 22 ottobre 2008

MY BOOKS



Kafka, Celine, Svevo, Fante, Flaiano, Camus, Bianciardi, Guareschi, Joyce, Kerouac, Ferlinghetti, Miller, Anais Nin, Heminguay, Eco, Musil, Marquez, Levi, Simenon, Hesse, Conrad, Prevert, Prezzolini, Neruda, Salinger, Pasolini, De Filippo, Capote, Cassola, Queneau, Faulkner e tanti altri, li ho tutti qui dietro di me.

BERLUSCONI: POLIZIA ALL'UNIVERSITA'.

FAMOSE DU RISATE



A

FASCISTI SU TERRA



Milano: Polizia carica corteo degli studenti. A Milano un corteo di studenti, lavoratori e universitari è partito stamattina, dopo l’assemblea degli stati generali alla Statale, per arrivare in piazza Duomo al grido di «la Gelmini non la vogliamo» dietro lo striscione «contro la legge 133 occupiamo l’università». I carabinieri hanno impedito agli studenti – circa un migliaio – di entrare in stazione da piazza Cadorna con cariche e lanci di fumogeni. Un ragazzo già caduto a terra sarebbe stato compito a calci dagli agenti, così come documenta un video girato da uno degli studenti in cui si vede un carabiniere che prima colpisce il ragazzo con una manganellata e poi infierisce con un calcio. Tre sono i feriti e tre i contusi.

martedì 21 ottobre 2008

MAGNUM 44

"CUMMANNARI E' MEGGHIO CA FUTTERE"



Quando si fa satira, bisogna essere cattivi contro il potere, il potere non è mai buono. Bisogna avere la matita tra i denti ben temperata per pungere il culo dei potenti.

CERTO CHE QUELLI DI BANKITALIA SONO DEI "DRAGHI"

lunedì 20 ottobre 2008

LIBERTE', EGALITE', FRATERNITE'.


http://www.pbmstoria.it/dizionari/storia_mod/r/r087.htm

Maximilien-Marie ( Arras 1758-Parigi 1794 ). Rivoluzionario francese. Avvocato, deputato agli Stati Generali ( 1789 ), l'anno dopo divenne il capo del club dei giacobini. Membro della Convenzione , quindi del comitato di salute pubblica ( 1793 ), divenne praticamente l'arbitro della situazione politica: istituì il tribunale rivoluzionario, diede prova di indomita energia nella difesa della Repubblica all'interno e all'esterno. Discepolo di Rousseau, detto l'Incorruttibile, si sforzò di imporre una rigida moralità sulla sua fede nell'Ente Supremo e dette l'avvio a un moto di rinnovamento sociale ( sia pure all'interno del mondo borghese ) che trovò con il Babeuf i suoi sviluppi più estremi. Il regime di terrore da lui imposto, nel momento di mortale pericolo della rivoluzione, fu alla fine rovesciato dalla rivolta del 9 termidoro. Arrestato, fu liberato dalla Comune insorta; ma arrestato di nuovom dalle milizie della Convenzione, tentò pare di uccidersi o forse fu ferito; il 10 termidoro fu ghigliottinato con i suoi fedeli.

MINISTRA DELLA PUBBLICA DISTRUZIONE!

CHE BRUTTO CLIMA!


LA STORIA LE NUOVE CIFRE DELL'INES: QUI SI PRODUCE IL 92% DEL «VELENO» ITALIANO. GLI AMBIENTALISTI CONTRO L'ILVA CHE SI DIFENDE: SIAMO IN REGOLA
A 13 anni ha il tumore da fumo. «E' la diossina»
Il medico: mai visto un caso così. Industrie, Taranto città più inquinata dell'Europa occidentale.
Tre mamme con il latte contaminato, cinque adulti con il livello più alto del mondo, 1.200 pecore da abbattere

TARANTO — Tre anni fa, S. aveva 10 anni. E senza aver mai fumato una sigaretta in vita sua era già conciato come un fumatore incallito. Un caso simile, Patrizio Mazza, primario di ematologia all'ospedale «Moscati» di Taranto, non l'aveva mai visto. E nemmeno la letteratura medica internazionale lo contempla. Anche a cercare su Internet, la risposta è negativa: « No items found ». Per questo, Mazza temeva di avere sbagliato diagnosi. Invece no. Quel bimbo aveva proprio un cancro da fumatore: adenocarcinoma del rinofaringe. Come tanti altri tarantini, specie quelli del Tamburi, «il quartiere dei morti viventi».

A Bruxelles forse ancora non lo sanno, ma Taranto è la città più inquinata d'Italia e dell'Europa occidentale per i veleni delle industrie. L'inquinamento di Taranto, infatti, è di fonte civile solo per il 7%. Tutto il resto, il 93%, è di origine industriale. A Taranto, ognuno dei duecentomila abitanti, ogni anno, respira 2,7 tonnellate di ossido di carbonio e 57,7 tonnellate di anidride carbonica. Gli ultimi dati stimati dall'Ines (Inventario nazionale delle emissioni e loro sorgenti) sono spietati. Taranto è come la cinese Linfen, chiamata «Toxic Linfen», e la romena Copša Miça, le più inquinate del mondo per le emissioni industriali.

Ma a Taranto c'è qualcosa di più subdolo. A Taranto c'è la diossina. Qui si produce il 92% della diossina italiana e l'8,8% di quella europea. «In dieci anni — dice Mazza — leucemie, mielomi e linfomi sono aumentati del 30-40%. La diossina danneggia il Dna e un caso come quello di S. è un codice rosso sicuramente collegato alla presenza di diossina. Se nei genitori c'è un danno genotossico non è in loro che quel danno emerge, ma nei figli».

Tre mamme il cui latte risulta contaminato dalla diossina, cinque adulti che scoprono di avere il livello di contaminazione da diossina più alto del mondo, 1.200 pecore e capre di cui la Regione Puglia ordina l'abbattimento, forti sospetti di contaminazione nel raggio di 10 chilometri dal polo industriale (con i monitoraggi sospesi perché sempre «positivi ») sono, più che un allarme, una emergenza nazionale. La diossina si accumula nel tempo e a Taranto ce n'è per 9 chili, il triplo di Seveso (la città contaminata nel 1976). Ma sono sette le sostanze cancerogene e teratogene che, con la diossina, colpiscono Taranto come sette piaghe bibliche.

Mentre però a Bruxelles e a Roma (e a Bari, sede della Regione) si discute, Taranto viene espugnata dalla diossina. Basta dare un'occhiata, oltre che ai dati Ines, ai limiti di emissione, il cuore del problema. Il limite europeo è di 0,4 nanogrammi per metro cubo. Quello italiano, di 100 nanogrammi. «Un vestito su misura per l'Ilva di Emilio Riva», dicono le associazioni ambientaliste. «Siamo in regola e abbiamo anche investito 450 milioni di euro per migliorare gli impianti», replica l'Ilva, che l'anno scorso ha realizzato utili per 878 milioni, 182 milioni in più dell'anno prima e il doppio del 2005.

L'Europa però è dal 1996 che ha fissato il limite di 0,4 nanogrammi. L'Inghilterra, per esempio, si è adeguata. E la Germania ha fatto ancora meglio: 0,1 nanogrammi, lo stesso limite previsto per gli inceneritori.

Nel 2006, Ilva e Regione Puglia hanno anche firmato un protocollo d'intesa, ma con scarsi risultati. La «campagna di ambientalizzazione» procede a rilento e sembra che l'Ilva intenda concluderla nel 2014, proprio quando scadrà il Protocollo di Aarhus, recepito anche dall'Italia, che impone ai Paesi membri di adottare le migliori tecnologie per portare le emissioni a 0,4-0,2 nanogrammi.

Eppure a Servola, Trieste, acciaierie «Lucchini», per risolvere il problema è bastato un decreto del dirigente regionale Ambiente e Lavori pubblici, che ha imposto al siderurgico, pena la chiusura, di rispettare i limiti europei. In due anni, grazie anche alle pressioni della confinante Austria, il miracolo: dalla maglia nera, in tandem con Taranto, Servola è diventata un centro di eccellenza, con la diossina abbattuta fino al teutonico limite di 0,1 nanogrammi.

Certo, con una legge regionale, o con un decreto come quello friulano, si eviterebbe anche il referendum sull'Ilva, giudicato ammissibile dal Tar di Lecce e sicura fonte di drammatiche spaccature fra i 13 mila dipendenti del siderurgico.
Invece c'è soltanto una delibera del consiglio comunale di Taranto che chiede timidamente alla Regione «di fare come in Friuli».
Ma la Puglia non confina con l'Austria. Al di là del mare, c'è l'Albania.
Carlo Vulpio
21 ottobre 2008

MARS ATTACK


http://it.wikipedia.org/wiki/Mars_Attacks!

ULTIMATUM ALLA TERRA - 1951




http://it.wikipedia.org/wiki/Ultimatum_alla_Terra

Il film che vidi tanti anni fa, quando la tv era in bianco e nero, dopo Carosello. Bellissimo, allora, avrò avuto 11- 12 anni, ricordo mi fece molta paura.

domenica 19 ottobre 2008

IL PRIMO PIEDE SULLA LUNA



Quando Neil Armstrong pose piede sulla luna, pronunciò la frase ormai divenuta celeberrima:"Un piccolo passo per un uomo, un balzo da gigante per l'umanità". Nessuno però capì mai cosa Armstrong intendesse dire quando, accingendosi a rientrare nel LEM per lasciare la superficie lunare, pronunciò questa enigmatica frase:"Buona fortuna, Signor Gorski".
Sulle prime, si pensò che fosse un vezzo, un piccolo gesto di sfida nei confronti di un cosmonauta russo rivale. Vi furono indagini giornalistiche che, dopo accurate ricerche, stabilirono che non vi era nessun Gorski negli elenchi nominativi dei cosmonauti russi.
Armstrong venne spesso intervistato riguardo questa sua frase, ed ogni volta si limitava a sorridere e cambiava discorso.
Dopo diversi anni, durante una di queste interviste, Armstrong disse che Gorski era morto e quindi poteva rivelare il segreto:
"Da bambino, ero appassionato di baseball, e giocavo nel giardino di casa con un amico. Una volta la palla finì nel giardino del vicino, tale signor Gorski. Scavalcai lo steccato e mi avvicinai alla palla, che era finita sotto la finestra della camera da letto dei Gorski. Fu allora che sentii la signora Gorski, che rivolgendosi a suo marito lo apostrofava così: "Un pompino ??? Tu vorresti da me un pompino ??? Ti farò un pompino quando il ragazzo della casa accanto camminerà sulla Luna !!!!"

BUSHCONI

sabato 18 ottobre 2008

ANCORA SULLA WERTMULLER



TARANTO (13 ottobre) - Ricatti agli organizzatori del film “Mannaggia alla Miseria”, di Lina Wertmuller, per ottenere soldi e impedire la permanenza alla troupe nel Borgo Antico di Taranto dove erano appena iniziate le riprese. Lo ha rivelato la Fondazione Apulia Film Commission. La produzione della pellicola, la Titania, si è rivolta all'Apulia Film Commission, che ha suggerito di denunciare l'accaduto alla polizia. L'Apulia Film Commission ha comunicato l'accaduto all'assessore della regione Puglia al Turismo Massimo Ostilio, che ha interpellato questore e prefetto di Taranto «allo scopo di garantire - scrive in una nota la Film Commission pugliese - l'assoluta sicurezza e serenità di troupe e cast del film diretto da Lina Wertmuller». La Titania, «pur avendo ricevuto ampia rassicurazione dal prefetto e dal questore di Taranto sull'insussistenza dell'effettivo pericolo ha deciso di spostare la produzione del film a Brindisi, garantendo così l'auspicata continuità delle riprese in Puglia». Riprese che continuano, invece, senza nessun problema per il film “Mare piccolo” di Alessandro di Robilant, in corso di lavorazione per sei settimane, sempre nella città ionica.

«Tale deprecabile episodio - afferma Silvio Maselli, direttore dell'Apulia Film Commission - dimostra che in aree di straordinario degrado sociale ed economico, pur in presenza di fonti di arricchimento e di promozione del territorio quale è una produzione cinematografica, la disperazione porta a compiere gesti scellerati. Le istituzioni regionali, di comune accordo con i presidi di sicurezza territoriale tarantini, hanno saputo agire con risoluta fermezza per affermare la sicurezza delle location pugliesi e il necessario proseguimento delle attività produttive cinematografiche in Puglia».

Il sindaco: minacce di balordi Il fatto è stata definito come iniziativa di alcuni balordi e non operato della malavita organizzata. E' questa l'opinione del sindaco di Taranto, Ezio Stefano. «Si può comprendere il timore della produzione - prosegue la nota del Comune - tuttavia Taranto rimane una città ospitale e interessata allo svilupparsi di presenze di operatori dell'industria della cultura e dello spettacolo. La crescita culturale e sociale della città non può che giovarsi della presenza rafforzata del mondo del cinema, della produzione musicale, di un'attività culturale forte e stimolante, anche attraverso iniziative che giungano dall'esterno».

PAGHERETE CARO PAGHERETE TUTTO!

venerdì 17 ottobre 2008

mercoledì 15 ottobre 2008

martedì 14 ottobre 2008

TARAVOLTA DA UN INSOLITO PIZZO NEL MARE JONIO




Taranto - Il pizzo sul set: non è il titolo di un film di gangster, ma quanto accaduto a Taranto, dove la troupe della regista Lina Wertmüller è stata minacciata tra i vicoli del centro storico: «O pagate o distruggiamo tutto», hanno detto gli estortori, che hanno imposto il pagamento di 50.000 euro in cambio di un lavoro senza incidenti. Risultato: la produzione ha deciso di traslocare a Brindisi, un trasferimento blindato con tanto di scorta della polizia.
Il film si chiama Mannaggia alla miseria, racconta la storia di tre ragazzi che al ritorno di un viaggio in Bangladesh fondano la Banca dei Poveri prendendo spunto da Muhammad Yunnus, l’economista bengalese ideatore del sistema di microcredito. La pellicola è ambientata a Napoli, ma la Wertmüller ha scelto la Puglia per effettuare almeno una parte delle riprese. E così nei giorni scorsi la troupe della «Titania Produzioni» ha lavorato tra le stradine di Martina Franca, suggestiva capitale della Valle d’Itria, una ventina di chilometri da Taranto: nessun problema, tutto si è svolto regolarmente. Poi il trasferimento in riva allo Ionio, dove sono scattate le intimidazioni, una vera e propria richiesta estorsiva avvenuta sabato mattina nel centro storico, zona a rischio di Taranto, una città devastata dal dissesto finanziario divenuta una polveriera dopo il tramonto dei vecchi clan e l’ascesa di gruppi di emergenti che si finanziano con spaccio di droga ed estorsioni. La produzione ha sporto denuncia contro ignoti e sulle minacce sono state avviate indagini dalla polizia.

Secondo una prima ricostruzione il tentativo di «ricatto», è accaduto in un bar della zona: due, forse tre persone avrebbero imposto di versare 50mila euro minacciando danni alle apparecchiature e ai tir della troupe. L’episodio è stato riferito alla «Apulia film commission», la fondazione che lavora per trasformare la Puglia in un set a cielo aperto convogliando da queste parti numerose e prestigiose produzioni. Il direttore, Silvio Maselli, si è precipitato a Taranto, è intervenuto il prefetto che ha offerto rassicurazioni. Ma la troupe ha deciso comunque di traslocare. E così via da Taranto, destinazione Brindisi.

«Eppure nessuno – spiega Maselli – ha mai avuto alcun tipo di problema, del resto proprio in questi giorni a Taranto si stanno girando le riprese di “Mare Piccolo”, il lungometraggio di Alessandro di Robilant coprodotto dalla Rai: i lavori stanno procedendo regolarmente anche se si svolgono in due quartieri particolarmente difficili della città, i rioni Tamburi e Paolo VI». Il direttore della Apulia film commission tiene a precisare che «girare in Puglia è assolutamente sicuro», ma dichiara che quanto accaduto «costituisce un danno enorme a livello di immagine» e aggiunge che «è la prima e ultima volta che accade un fatto del genere».
Del caso si occupa anche l’assessore regionale al Turismo, Massimo Ostillio, mentre il governatore, Nichi Vendola, ha telefonato a Lina Wertmüller porgendole le scuse a nome di tutti i pugliesi.
Intanto, le indagini vanno avanti. Il centro storico è una zona a rischio di Taranto, dove è molto diffuso lo spaccio di droga. Il sospetto degli investigatori è che la presenza della troupe possa aver disturbato i malaffari delle cosche, che avrebbero quindi deciso di chiedere il pizzo per rifarsi dei mancati guadagni.

BORSONE